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Regione Piemonte

Storia di Bene

Storia del Comune di Bene Vagienna


Paesino dove la storia si respira ancora impressa sugli edifici e nelle strade, Bene Vagienna ha festeggiato proprio nel 2000 il bimillenario della sua fondazione.
Nata al tempo dei Romani, quando era ancora Augusta Bagiennorum, passata attraverso Medioevo ed epoca Barocca a cavallo del ‘600 e ‘700, la città porta ancora scritta in volto tutta la sua storia.

Sezioni

I Vagienni

A circa due chilometri dall’attuale città sulla sinistra del torrente Mondalavia nella regione detta Roncaglia, si trovano le vestigia dell’antica romana Augusta Bagiennorum. Era questa la capitale dei Liguri Vagienni, una popo lazione di origine iberica che, secondo gli antichi scrittori, occupava il territorio compreso tra il Po ed il Tanaro, all’incirca i due terzi dell’attuale provincia di Cuneo.

Dei Vagienni si hanno scarse notizie: erano agricoltori che difesero con fierezza la loro libertà, prima contro i Cartaginesi di Annibale e poi contro i Romani. Dopo più di un secolo d’impari lotta, Roma verso il 125 a.C., riuscì a sopraffarli e da allora ne seguirono con lealtà le sorti per tutta la durata dell’impero.

Distrutta la vecchia città romana in seguito a guerre e per altri motivi a noi non noti, sorse, ad opera dei profughi, il nuovo borgo, alla confluenza dei torrenti Mondalavia e Cucetta, in una località salubre e naturalmente più facile alla difesa, nucleo primitivo dell’attuale città.

Il dominio vescovile

Prese la denominazione di Bene, derivazione dell’antica Bagienna, e presto prosperò tanto che nel 901, quando l’imperatore Ludovico III l’assegnò in possesso temporale al vescovo di Asti, era munita di Corte imperiale e di Pieve (parrocchia) e aveva un territorio vastissimo (circa 7.500 ettari), assai maggiore dell’attuale.

Il dominio vescovile durò 500 anni con interruzioni tra le quali merita di essere ricordato il periodo di reggimento a libero Comune nella prima metà del secolo XIII. Allora Bene faceva alleanze e guerre ed era trattata alla pari dei maggiori comuni e principati dell’Alto Piemonte.


I Savoia e i Costa

Nel 1387 Amedeo di Savoia, principe di Acaja, dopo aspra lotta e dopo aver distrutto e rovinato le mura cittadine ed il castello s’impadronisce di Bene: ha così inizio la dominazione dei Savoia che fu, compatibilmente coi tempi, apportatrice di pace e di prosperità.

Nel secolo successivo inizia il dominio feudale dei Costa di Chieri (23 Agosto 1413) con l’infeudazione, da parte dell’ultimo degli Acaja, di Trinità, Carrù e Bene a Lodovico Costa, patrizio di Chieri, suo fedele vassallo.

Della stessa famiglia fece parte la Beata contessa Paola Cambara da Brescia, moglie di Lodovico Antonio Costa, morta nel 1515 di cui si conserva tuttora, nella Chiesa di San Francesco, la venerata salma.


La trasformazione di Bene

Sotto il dominio dei Costa vengono compiuti importanti lavori di dissodamento e di irrigazione e la città prende, nelle sue vie e nei suoi edifici; l’aspetto che conserva ancora oggi. Il potere dei conti di Bene si infiacchì però negli ultimi tempi (verso il 1550-1560) a causa dell’alleanza con i Francesi nella guerra contro gli Spagnoli. Con l’aiuto di Francesco I re di Francia, Giovanni Lodovico Costa, conte di Bene, fece fortificare la città sui disegni di Francesco Horologi da Vicenza, nel decennio di tregua stabilitasi a Nizza nel 1538 tra il re di Francia e l’imperatore Carlo V. Bene venne cinta di fortificazioni con l’abbattimento dei borghi esterni (è di questo periodo l’abbattimento della chiesa della Rocchetta) e fatta sede di un forte presidio forestiero.


Di nuovo ai Savoia

Quando Emanuele Filiberto, dopo la pace di Cateau-Cambresis (1559), rientra nei suoi possessi, anche Bene viene reintegrata nel ducato di Savoia. Il conte Costa è costretto a “cangiare” Bene con i contadi di Pont di Vesle e di Castiglione d’Ombres e il 12 Agosto 1561 i delegati del Comune di Bene devono pagare ad Emanuele Filiberto 12.000 scudi d’oro d’Italia per essere “liberati” dalla signoria dei Costa e per non dover essere infeudati o alienati “ad alcuno qual non fosse principe di Piemonte” (come risulta dalle carte conservate nell’archivio del Comune).

Nel secolo XVII le fortificazioni erette nel precedente (e delle quali molte ancora restano al presente) ne fecero una piazzaforte importante che ebbe peso nelle lotte del tempo. Nel 1614 il castello fu visitato dal capitano Ascanio Vittozzi, ingegnere di Carlo Emanuele I, e su suo parere, venne ‘ristorato’ nel 1615 e 1616 a spese di Bene e dei Comuni di Clavesana, Farigliano, Piozzo, Carrù, Trinità e Salmour.


Assediata dai Francesi

Il conte di Harcourt pose con i suoi Francesi assedio a Bene nel 1641 e l’ebbe dopo aver vinto l’accanita resistenza della guarnigione e della popolazione: la città sofferse molto nelle persone e negli averi e venne appiccato il fuoco a molte case. Bene si andava in seguito nobilitando per l’istituzione della collegiata dei canonici per gli ordini religiosi che vi avevano sede e per le illustri famiglie che vi abitavano. Ebbe il titolo di città nel secolo XVII; infatti, Carlo Emanuele I (regnò tra il 1580 e il 1630) accordò spontaneamente ai ‘fedelissimi di Bene’ il nome ed il grado di Città Ducale, come appare dallo stemma a lei concesso con l’eloquente araldico motto: deo et principi. Nel 1763 ‘dall’invittissimo re Carlo Emanuele III in appannaggio a S.A.R. Benedetto Maria Maurizio di Savoia, duca del Chiablese e per accrescere maggior pregio a cotal investitura feudale..’ Bene fu innalzata a Principato.

La rinascita di Bene

La seconda metà del ‘600 e il principio del ‘700 rappresentano per Bene un intenso periodo ricostruttivo specie nei pubblici edifici che lasciano alla città, fino ad allora di aspetto pressochè medievale, l’impronta che ancora conserva.

In seguito alle pestilenze che hanno afflitto questo periodo, come misura precauzionale, vennero imbrattati di calce e quindi intonacati gli edifici della città. Conforme alle necessità stilistiche del tempo le case vennero rimaneggiate facendo purtroppo scempio delle caratteristiche medioevali preesistenti. Ne sono la prova la Parrocchiale ultimata nel 1659, la Chiesa di San Francesco terminata lo stesso anno per la parte muraria e nel 1718 per le decorazioni a stucchi, i Cappuccini verso il 1650, il Palazzo Municipale nel 1728, la Confraternita di San Bernardino nel 1721 chiesette e oratori vari tra cui quello dell’Epifania o dei Magi, molti palazzi signorili dell’epoca della reggenza di Madama Reale (Palazzo Magistrati, già dei Carezzo di Castelbosco, Palazzo dei Marchesi del Villar poi dei Sicca ora sede della locale Banca di Credito Cooperativo, Palazzo Ciriodi di Monastero, già degli Oreglia di San Stefano, Palazzo Lucerna di Rorà già degli Oreglia di Novello ecc…).

Rimangono a testimonianza visibile dell’opulenza barocca gli sfarzosi e ridondanti arredi e suppellettili che troviamo disseminati non soltanto nelle numerose chiese di Bene, ma anche nelle abitazioni private.


Altre occupazioni

Nel 1796 Bene fu occupata dalle truppe napoleoniche; in seguito all’armistizio di Cherasco passa sotto il presidio francese e subisce le “imposizioni” della rivoluzione e dell’impero.

Con il ritorno dei Savoia la storia di Bene si confonde e si unifica a quella del Piemonte e dell’Italia. Unica nota di rilievo è “l’attribuzione” da parte del Consiglio Comunale nella seconda metà del secolo scorso, dell’aggiunta del titolo di “Vagienna” in ricordo dei suoi antichi abitanti.

Il Bimillenario di Augusta Bagiennorum

Ricorrendo l’anno 2000, si è celebrato il bimillenario dell’Augusta Bagiennorum, l’antica città fondata dai Romani in età augustea dalla quale trae origine Bene Vagienna.

La città di Bene Vagienna ha voluto “segnare” in modo particolare questo avvenimento con una serie di manifestazioni e di eventi culturali, il cui svolgimento è servito anche a rilanciare indirettamente il turismo, la cultura, l’arte e i prodotti tipici della zona attraverso il ritorno d’immagine che ne è conseguito.

E’ stato fondamentale cogliere l’opportunità delle celebrazioni per far riscoprire la città ed i suoi dintorni non solo al pubblico italiano, ma ad un più vasto pubblico europeo, al quale ci si è rivolti anche con alcune iniziative mirate: si è auspicato infatti di attuare gemellaggi con città europee fondate dai romani in epoca coeva. E’ stata un’occasione unica con cui Bene Vagienna si è proposta di rinnovare l’interesse e l’attenzione nei confronti di una regione ricca di cultura, di tradizioni, di attrattive naturali e che ha offerto a tutti le motivazioni per intervenire a questa celebrazione storica.


Bene Vagienna oggi

Le epoche che hanno scandito la millenaria storia di Bene Vagienna hanno segnato profondamente il suo tessuto urbanistico. La cittadella è cinta da possenti muri di difesa, quasi interamente visibili, che tracciano una figura pentagonale.
Il visitatore che si inoltra nel centro storico, ripartito nei quartieri di San Giorgio, Santa Maria, Sant’Eustachio e San Giovenale, viene solitamente colpito dalla conformazione medievale delle contrade sulle quali si affacciano edifici dall’aspetto barocco.

Le strette vie, gli ampi portici, le ricche confraternite, ed i palazzi dalle linee eleganti costituiscono importanti testimonianze dei fasti passati.

Nel solo centro storico si possono contare sette chiese nelle quali sono raccolte preziose opere d’arte che si aggiungono agli importanti cimeli conservati nel Museo Civico, ospitato nel nobile palazzo Lucerna di Rorà. Nonostante Bene Vagienna sia un centro di modeste dimensioni può vantare un’invidiabile dinamicità economica. Accanto all’agricoltura, pilastro dell’economia locale, si affiancano importanti realtà imprenditoriali impegnate nel settore meccanico, dei filati, della stampa e bancario. Accanto ad attività economiche che operano a livello industriale continuano comunque a sopravvivere gli antichi mestieri rinnovati da sapienti maestranze: falegnami, fabbri, restauratori, pasticceri portano avanti le tradizioni locali.


Una città sempre viva

Sono poi numerose le occasioni di svago e le iniziative sociali, in città sono infatti molte le associazioni impegnate in attività culturali, sportive e culturali. Una rinnovata vitalità sta avvolgendo Bene Vagienna da alcuni anni a questa parte.

Lo dimostrano i nutriti appuntamenti che si susseguono nella primavera e nell’autunno e che offrono l’opportunità di far conoscere al grande pubblico le tradizioni, il folklore e la storia della città. In occasione dei festeggiamenti patronali di San Gottardo, da maggio alla fine di giugno, si alternano mostre, visite guidate, giochi, danze e gare sportive.

In conclusione come definire Bene Vagienna se non un’antica città del vecchio Piemonte dove storia, arte e tradizione si fondono in un originale connubio.

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