- Partenza: Cherasco, castello Visconteo
- Lunghezza: km 37 (sterrato complessivo km 2,4)
- Livello tecnico: facile con qualche breve salita
- Periodo consigliato: marzo-novembre
Il percorso indaga gli aspetti più significativi del territorio affacciandosi sui bordi dell’altopiano del Beinale movimentato da leggere ondulazioni e dai profondi solchi prodotti dai rivi che scorrono verso i margini. L’aspetto paesaggistico è avvalorato dalle testimonianze storiche presenti lungo il tracciato, castelli, borghi storici e siti archeologici che documentano il passaggio delle civiltà, dai Liguri Bagienni ai Romani, dagli insediamenti medievali alle più recenti campagne napoleoniche e alla dominazione Sabauda.
Si può iniziare dal trecentesco Castello Visconteo di Cherasco, che il restauro ottocentesco di Alfredo D’Andrade ha trasformato in chiave romantica e residenziale. Lungo il monumentale viale dei platani si prosegue sul ciglio dell’altopiano con frequenti affacci sul profondo alveo del Tanaro e sulla collina della Morra che domina l’opposto versante. La via che conduce alla borgata Corno (km 3,2) presenta un primo tratto sterrato (m 800), mentre oltre la cappella di S. Giovanni il successivo sterrato (m 1600) porta ai boschetti che circondano le Cantine Rossano. Ritrovato l’asfalto, si sale alla frazione Perosae da via Falcone si accede all’abitato di Narzole (km 7,1) scegliendo il percorso urbano da via Cavour a viale Rimembranza a via Garibaldi. Si lascia poi il lungo rettilineo della SP661 svoltando verso San Nazario e si prosegue lungo la stradina che corre sull’alto argine del torrente Mondalavia. Poco dopo le case di Roncaglia, si giunge all’area archeologica di Augusta Bagiennorum (km 13) che merita una sosta prolungata. Gli scavi hanno riportato alla luce i resti della città romana fondata nel I° secolo a.C. dopo la sottomissione della locale comunità dei Liguri Vagienni. Sono visibili i resti di un teatro, di un anfiteatro, di un impianto termale e di un acquedotto. Le poche ma significative testimonianze architettoniche sono visibili all’interno della recinzione accessibile, mentre i reperti di scavo sono custoditi nel Museo civico di Bene Vagienna.
Superato l’avvallamento, si sale facilmente al bricco che ospita la cittadina di Bene Vagienna (km 17) attraversando le antiche case del centro storico. Particolarmente pregevole è la nobile piazza dedicata all’umanista Giovanni Botero tra la parrocchiale seicentesca dell’Assunta (arch. Giovenale Boetto) e il quattrocentesco Palazzo Sicca. Raggiunta la vasta piazza Martiri, si prosegue lungo viale Rimembranza e dopo un breve tratto della SP 206, si raggiunge la rotatoria da cui si diramano quattro strade. Ora si pedala lungo la stradina San Bernardo, fiancheggiata da due grossi canali, che si distende tortuosa alla base del Pian del Bosco, oltre le case di Podio (km 22,1) e della frazione Sant’Antonino (km 25,3). Proseguendo diritto si sceglie per il finale dell’escursione la strada dei “rivi”.
Sono così definiti i profondi valloni che incidono come smagliature i bordi dell’altopiano e che vanno cautamente affrontati sia nelle discese che nelle due brevi risalite. La prima del rivo Ghidone, più impegnativa, accede al sagrato della parrocchiale di San Giovanni (km 29,2). Meno ripida la seconda del rivo Giarana, precede il tratto terminale del Beinale in vista dei vicini rilievi del Roero e della città di Bra. Dalla frazione Picchi (km 33,1) si converge la SP 661. Lungo la pista ciclabile sul lato destro si raggiunge il quartiere periferico di Cherasco, si svolta in via Lunelli, e si ritrova il viale dei platani e il Castello Visconteo (km 37). Dopo la pedalata si può dedicare una bella visita alla “Città delle Paci”, dal perfetto impianto urbano quadrilatero che conserva insigni architetture civili e religiose, dalle chiese romaniche di S.Pietro e S.Martino alla Torre comunale, dalla chiesa barocca di Santa Maria del Popolo ai prestigiosi palazzi nobiliari, agli archi di trionfo posti alle estremità del borgo storico.